Ancora una volta le vicissitudini legate alla gestione di Twitter da parte di Elon Musk stanno facendo discutere il mondo intero. Dopo l’acquisizione dell’uccellino blu per 44miliardi di dollari e i licenziamenti di massa del personale, l’amministratore delegato di Tesla ha deciso di fare l’ennesima inversione di rotta cambiando il nome dello storico social network in “X”.
Si tratta di un tentativo per rilanciare l’app a fronte dei recenti scandali, legati all’imminente sfratto dalla sede di Boulder (Colorado) per il mancato pagamento dell’affitto o un diversivo per far fronte a Threads, l’alter ego di Twitter firmato Meta? Scopriamolo insieme.
Addio all’uccellino blu: ecco cosa è cambiato
La scelta del nuovo nome non è casuale, Musk, infatti, aveva già utilizzato questa lettera nel 1999 per identificare la sua prima startup di online banking (X.com) che oggi riconosciamo come PayPal. L’imprenditore ha sempre voluto creare una versione occidentale di WeChat, il colosso di messaggistica cinese di pagamenti e acquisti online, e questa volta vuole andare fino in fondo sfruttando Twitter, ormai alla deriva, per raggiungere lo scopo. Per di più la “X” è stata spesso usata negli anni da Musk per i suoi progetti: da SpaceX alla recente xAI.
Il primo passo ha riguardato il design del logo che, però, pare non essere definitivo, mentre in questi giorni si è proceduto con l’eliminazione di ogni riferimento al social aggiornando con una X tutti i profili ufficiali della compagnia californiana e i nomi dei servizi esterni come @TwitterMusic e @TwitterTv; è stato comunicato, inoltre, dallo stesso Musk che non verranno più inviate comunicazione da un indirizzo di posta con il dominio twitter.com.
Oltre a questi cambiamenti, ci sarà una novità per gli abbonati a Blue, – il servizio a pagamento per ottenere l’account verificato sul social -, ossia la possibilità di scaricare i video postati online anche dagli altri utenti per una riproduzione offline. Infine, sono stati diminuiti i prezzi per la pubblicità con lo scopo di attirare più inserzionisti, offrendo anche incentivi su alcuni formati, come sta accadendo negli Stati Uniti e nel Regno Unito; allo stesso tempo, però, i brand sono stati avvisati di una possibile perdita dello “status verificato” nel caso in cui non dovessero raggiungere una determinata soglia di spesa per la pubblicità sulla piattaforma.
Dopo Mastodon, il nuovo rivale di Twitter-X è Threads
Sembra ormai un lontano ricordo la migrazione di milioni di utenti da Twitter verso Mastodon di alcuni mesi fa, a fronte delle nuove politiche adottate dall’era Musk inerenti alla gestione della piattaforma. A sfruttare il periodo nero del social network questa volta è stato il rivale storico, Meta, che con il lancio dell’app Threads ha acquisito 100milioni di utenti in soli cinque giorni. Si tratta di una piattaforma simile a quella dell’uccellino blu, che permette agli iscritti di pubblicare e condividere messaggi di testo, immagini e contenuti video, rispondere, ripubblicare e mettere "like” ai post.
La caratteristica che sta segnando il successo dell’app è il collegamento diretto del profilo Threads con quello di Instagram già esistente, avendo così la possibilità di mantenere lo stesso nome utente e la medesima immagine del profilo; gli utenti, inoltre, possono visualizzare su IG i “following” registrati a Threads e seguirli automaticamente una volta creato un account. È possibile anche condividere contenuti da altre app, feature necessaria a realizzare il “fediverso” tanto bramato dal CEO di Meta, Mark Zuckerberg, e si potranno mantenere tutti i vantaggi dell’abbonamento a Meta Verified. L’ultima novità introdotta è la scheda “Following”, ossa la funzionalità che permette di ritrovare i post degli utenti seguiti, proprio come accade su Twitter-X.
Quale sarà il futuro di X?
La scelta di Elon Musk oltre ad aver dato una scossa alla comunità social, potrà creare presto problemi. La lettera “X”, infatti, fa riferimento anche ad alcuni brand Meta e Microsoft di cui le imprese possiedono i diritti e questo potrebbe portare a eventuali battaglie legali. Gli esempi più famosi sono la console Xbox di Microsoft attualmente nella versione X Series e il logo che raffigura una lettera “X” blu e bianca registrato da Meta nel 2019.
Ancora una volta, si prospetta incerto il futuro del social network come dichiarato anche da Esther Crawford, l’ex manager dell’uccellino blu diventata famosa perché dormiva nel suo ufficio dentro ad un sacco a pelo: "Non sono d'accordo con molte delle scelte fatte da Musk e sono sorpresa dalla volontà di aver eliminato così tanto del Twitter originale, ma con abbastanza soldi e tempo a disposizione, potrebbe emergere qualcosa di nuovo e innovativo dal progetto".Non ci resta, quindi, che rimanere connessi e aspettare la prossima mossa.