Il cracker GeoHot (George Hotz, ventenne statunitense) ha messo a segno un altro colpo, stavolta sulla Playstation 3. Già noto tra gli utenti di iPhone per aver creato l'applicazione blackra1n, che consentirebbe in un solo clic di sbloccare gli iPhone acquistati all'estero, nati per funzionare con un solo operatore telefonico, e di installare al loro interno applicazioni non autorizzate da Apple, il ventenne statunitense ha spostato la sua attenzione su un altro oggetto di culto del mercato dell'elettronica: la console di gioco di Sony. Il suo scopo era sbloccarla e consentire l'esecuzione di software non autorizzato, avviare l'emulatore PlayStation 2 e giochi copiati.
Sembrava un'operazione complessa, per qualcuno impossibile, e invece... In 5 settimane lo studente del Rochester Institute of Technology sembra esserci riuscito e tramite il suo account Twitter ha comunicato di avercela fatta affidandosi al 95% a software e per il 5% a strumenti hardware.
Secondo quanto riportato dallo stesso GeoHot, a partire da un supporto hardware (si ipotizza una chiavetta USB) si può eseguire un software che sblocca la console e consente di eseguire software non autorizzato dalla Sony. Al momento l'hack non è stato reso pubblico, anche per evitare le contromisure di Sony prima di una sua probabile diffusione "di massa", ma GeoHot promette dettagli, informazioni e il rilascio del software nei prossimi giorni.
PlayStation 3 si è dimostrata fino a oggi la console meno "piratabile" dell'attuale generazione, favorita anche dal passaggio al formato Blu-ray Disc più costoso dei tradizionali DVD.
Per ora è difficile esprimere un parere, dal momento che non si conoscono ancora tutti i dettagli dell'operazione, ma GeoHot ha già dimostrato in passato di far seguire fatti concreti alle parole.
Con un post sul suo blog, GeoHot ha pubblicato lo zip con cui ancora non è ben chiaro cosa sarà possibile ottenere: se cioè diventerà solo realtà il caricamento di applicazioni homebrew o addirittura ciò significherà un via libera per la pirateria.
Fonti: www.pcworld.it, www.gamesblog.it