Abbiamo bisogno di un altro social network? La prima risposta istintiva è: “No, non se ne può più”. La nostra seconda pelle digitale sta diventando decisamente ingombrante. Proliferano infatti gli strumenti che mettono in piazza la nostra vita a colpi di status, video, foto, check-in; la netta sensazione è che, andando avanti di questo passo, il “far sapere” soppianterà il “fare le cose”, l’ansia di raccontare al mondo ogni nostro momento LIVE ci farà dimenticare che lo stiamo vivendo veramente.
Allora, forse, abbiamo bisogno di un anti-social network? L’idea è più che suggestiva e Path, il social nato nel novembre 2010 in California, sembra avere tutti i numeri che servono.
Anti-Facebook: Path è un ambiente intimo, un giornale personale da condividere con la tua famiglia e i tuoi amici più cari. Dave Morin, il CEO di Path, spiega in questa intervista alla BBC l’essenza della sua creazione partendo dalla teoria di Robin Dunbar: ”one person can only maintain around 150 stable friendships and acquaintances at any one time“. Dite quindi addio alle richieste d’amicizia fatte a cuor leggero e agli amici degli amici che Facebook vuole farvi aggiungere a tutti i costi.
Anti-Twitter: Path è un social privato, lontano dagli strilli dell’ultimissima news, dai trending topic globali e dalle maratone dei follow friday. Fa della non-ricercabilità un motivo di vanto e ti costringe a valutare con scrupolo chi, nella tua cerchia di conoscenze personali, si merita il fatidico add-as-a-friend. Non ci sono inseguiti, inseguitori e sedicenti influencer, ma solo amici veri.
Anti-Instagram: Path è un social multi-dimensionale, pensato per soddisfare tutti i bisogni comunicativi e non solo quello di dimostrare quanto sei cool. Cliccando sul magico “+” potrai postare, status, brani da iTunes, indicare dove ti trovi e con chi sei, scattare e postare fotografie, il tutto con una semplicità e immediatezza mai vista.
Veloce, completo, versatile, graficamente curatissimo. Siete già sullo store? Bravi :) ma fate attenzione alla vostra rubrica indirizzi. Ironia della sorte, pare che il gioiello di Dave sia proprio inciampato sulla issue più importante: la privacy. Problema risolto, ma i 2 milioni di utenti iscritti si fideranno ancora?